Artist Statement
Il soggetto femminile rappresenta per Fieno l’ essenza del mistero, nonostante sia stato a lungo circondato dalla sua assidua presenza.
Questa profonda affinità elettiva, lo spinge continuamente a cercare di immaginarne le infinite atmosfere interiori, quelle stesse che da sempre hanno accompagnato in silenzio i suoi passi e che attraversano in maniera ancora diversa la sua quotidianità.
Immerso nella vita bucolica nel cuore delle Langhe piemontesi, coltiva ogni giorno un otium visionario che dona forma concreta al suo immaginario “in rosa”.
Nel 2018 nasce il progetto “Female Art Design”: una serie di figure di donna che sfugge alla monotonia della ripetizione del soggetto, scandagliando molteplici situazioni ordinarie con un punto di vista mai univoco e fondato unicamente sulla suggestione del momento, restituita nei dettagli evocativi che proiettano la scena in un limbo sospeso nello spazio e nel tempo.
Ogni corpo, che sia svelato nella sua nudità o che manifesti la propria fisicità in una tenuta intima, glamour o fitness, porta con sé la possibilità di immaginare la veste dell’animo a cui appartiene, di intravvedere la verità delle sue imperfezioni, di avvicinarsi al mistero che sta all’ origine della vita, lo stesso che riscontra ogni giorno anche nella dimensione agreste.
Nell’ affrontare i tratti essenziali dei suoi personaggi, annulla le distanze tra lui e loro fino a immedesimare se stesso in quei corpi, isolando un frammento di storia in comune che li rende pubblicamente credibili e fruibili in un diario collettivo di consapevolezza umana, reso attraverso la grazia e il non detto dell’universo femminile, da cui ciascuno può così attingere per costruire una nuova narrazione propria.
Nel momento di confronto finale con lo spettatore, il titolo del racconto diventa un decisivo elemento di contatto, dal sapore cinematografico e hollywoodiano.
Ogni sua opera è come una nuvola nel cielo vista attraverso gli occhi di un bambino: non è solo la bellezza di una figura, l’armonia di una forma, l’umanità di un soggetto, ma soprattutto una dimensione universale bypassata dall’introspezione individuale e dall’esperienza quotidiana di ciascun osservatore.
Tutto si origina dallo schizzo di una visione. Il disegno è la parte strutturale di tutte le sue figurazioni, mentre la sfumatura è lo sfondo che cela i dettagli del contesto narrativo allo sguardo dell’osservatore, costringendolo a far ricorso alla propria invenzione.
Disegna a penna e a carboncino, dipinge ad acquerello, olio e acrilico, sempre con poco colore per suggerire un’atmosfera e molto segno per definire il gesto del soggetto.
Sperimenta una materia visiva morbida, quasi fluida, sottolineata dalle tracce del processo di contaminazione tra le diverse tecniche: l’acqua sporcata dai pennelli, con gocce di un colore ormai indefinito, macchie e ditate rimaste visibili, scie e sbavature del segno grafico trascinato sulla superficie, senza un esito mirato. Proprio come le sue storie di corpi imperfetti, che conservano l’errore come valore costitutivo della persona.